Stefania Colombo/ febbraio 18, 2019/ Dominique Cappa/ 0 comments

Articolo N.1

Quando veniamo al mondo il nostro sistema cognitivo deve ancora completare il suo sviluppo, mentre la relazione fra noi e l’ambiente si realizza attraverso le sensazioni e le emozioni. Il mondo emotivo nei bambini è palese: piangono, ridono, spalancano gli occhi per lo stupore, storcono la piccola bocca per il disgusto, urlano a pieni polmoni la propria rabbia, si ritraggono se provano paura.
Il sistema emotivo e quello sensoriale sono la base su cui poi può poggiare la crescita del sistema cognitivo, eppure man mano che l’intelligenza cognitiva si dispiega, il sistema emotivo e quello sensoriale ricevono sempre meno attenzione.
Lo sviluppo dell’intelligenza cognitiva è giustamente coltivato per anni: dobbiamo imparare a parlare, a nominare la realtà che ci circonda. Poi impariamo a leggere, a scrivere, a contare. In tutto il mondo si è compresa l’importanza di combattere l’analfabetismo per migliorare la condizione generale delle persone. Ed è assolutamente giusto così! Senza educazione e allenamento la nostra mente non potrebbe espandersi e trovare risposte creative ai problemi.
Il sistema sensoriale e quello emotivo continuano però ad esistere e a influenzare fortemente la nostra esistenza anche se viene data poca importanza al l’intelligenza emotiva.
Eppure le emozioni hanno l’effetto di chiarirci le idee, rafforzano il nostro sistema immunitario, ci proteggono dai pericoli, ci aiutano a prendere le decisioni giuste. Del resto, poca familiarità ad elaborare i nostri stati d’animo può portarci in situazioni difficili, stati di stress, conflitti da cui facciamo fatica a trovare un’uscita costruttiva, sofferenze psicologiche o fisiche altrimenti evitabili. Per questo è importante sviluppare la nostra intelligenza emotiva. Tutti noi proviamo emozioni e non crescere da un punto di vista emotivo è come camminare senza guardare dove mettiamo i piedi, rischiamo di cadere, di inciampare e farci male oppure di non andare nella giusta direzione, per noi.
In particolare, le emozioni influenzano i pensieri, il comportamento e le relazioni sociali. Tutte le emozioni sono utili: quelle positive e quelle negative, quelle più intense e quelle più sottili o leggere, quelle che ci aprono e quelle che ci chiudono, quelle che desideriamo e quelle che vorremmo evitare.
Sono la guida, il timone che la vita ci ha regalato dalla notte dei tempi per muoverci nell’ambiente, per riconoscere i pericoli, per affrontare gli ostacoli e per riconoscere e ritrovare il senso della vita. Possiamo provare paura, rabbia, tristezza, e meraviglia, gratitudine, amore, stupore, gioia, sorpresa e tante altre sfumature emotive.

Le emozioni ci fanno battere forte il cuore, ci fanno muovere, desiderare, proteggere, curare, allontanare e avvicinare alle persone e alle situazioni. La parola emozione deriva dal latino, ex movere o e-movere, che significa trasportare fuori o smuovere: un’emozione ci segnala come percepiamo qualcosa che avviene nell’ambiente esterno o interno e ci porta ad agire in un certo modo.

Gli scienziati hanno individuato 6 emozioni definite di base o primarie da cui derivano tutte le altre: paura, rabbia, disgusto, felicità, tristezza, sorpresa.
Queste sono state riscontrate in tutte le culture del mondo e sono state universalmente identificate attraverso delle espressioni facciali caratteristiche che costituiscono una sorta di linguaggio emotivo. La loro funzione evolutiva è quella di aiutarci a rispondere velocemente ai cambiamenti che si verificano nell’ambiente esterno e interno. Da queste emozioni di base derivano tutte le altre emozioni più complesse. L’esperienza soggettiva che chiamiamo emozione è composta da elementi fisiologici, sensazioni fisiche, alcuni impulsi, e quando parliamo di emozioni complesse, una sequenza di pensieri.

Facciamo un esempio: devo chiedere un aumento di stipendio al mio capo. Posso sentire paura e percepire il mio cuore che accelera i battiti, mi si chiude lo stomaco, provo l’impulso a scappare e penso che non ce la farò. Oppure, potrei sentire un grande senso di determinazione, avere il cuore che rallenta i battiti e il petto che si allarga e pensare che è proprio giunto il momento di fare questa richiesta.
Se le emozioni sono universali, ciò che le suscita invece, varia infatti in relazione ai singoli individui, alla cultura, ai contesti.
Sviluppare l’intelligenza emotiva è un processo complesso ma indubbiamente il primo passo è quello di cominciare a dare importanza e peso ai nostri stati d’animo nella vita
quotidiana. Possiamo provare a darci il permesso di avvicinarci a ciò che sentiamo con curiosità e privi di giudizio, semplicemente per conoscere. O meglio, possiamo coltivare l’intenzione di essere consapevoli che le emozioni ci sono, sono quello che sono, e non accoglierle e ascoltarle è in realtà fuggire da noi stessi e lasciare che ci governino. Sì, perché meno attenzione diamo a ciò che proviamo, più parti di noi sfuggono alla nostra possibilità di padronanza e meno possiamo sfruttare questo magnifico strumento per vivere e convivere che è il nostro sistema emotivo.

Prendiamoci subito un minuto per entrare in contatto con quello che stiamo sentendo in questo momento: come è il respiro? Come sta battendo il cuore? Quali sensazioni fisiche stiamo provando? Che pensieri ci stanno attraversando la mente?

Nel prossimo articolo vi fornirò un elenco di termini che esprimono le emozioni, sicuramente non esaustivo, ma utile per arricchire il nostro vocabolario emozionale.

                                                                                                             

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