Stefania Colombo/ maggio 11, 2021/ spaziopsicoterapia, Dominique Cappa/ 0 comments

La vita continua ad essere generalmente più difficile per noi donne rispetto agli uomini.
Nonostante le battaglie per la parità continuiamo a guadagnare meno, occupiamo meno posti chiave nel mondo della politica, della cultura, dell’informazione, in quello accademico e in quello economico. La cura dei figli e la gestione della casa è ancora prevalentemente considerata una nostra responsabilità.
Siamo meno libere perché meno al sicuro anche solo per strada, per non parlare poi di quello che ancora ci può accadere fra le mura domestiche.
Gli stereotipi che provengono da una cultura maschilista più che millenaria sono duri a morire e faticano a lasciare il posto ad una nuova visione della relazione fra i due sessi.
Questo problema è sia esterno, culturale nel senso più ampio del termine, che interno, personale. Ovviamente i due aspetti si influenzano reciprocamente in modo circolare. Forse, il circolo virtuoso che è partito dalle prime lotte delle donne per affermare i propri diritti, ha bisogno di nuovo vigore anche sul versante interno, più intimo e profondo.
La rivoluzione delle donne deve proseguire anche dentro ciascuno di noi, uomini e donne.
Parlo tutti i giorni con tante persone. E tutti i giorni entro in contatto con uomini e donne i cui modelli inconsci di maschile e femminile sono ben lontani da quanto dichiarato consapevolmente.
E’ anche dentro di noi, uomini e donne, che inavvertiti stereotipi limitano la nostra possibilità di integrare la parte maschile e quella femminile, la forza attiva e la morbidezza.
Dove c’è eccesso di una parte c’è necessariamente mancanza dell’altra.
Se un uomo ha rifiutato la propria parte femminile, non solo la sopporterà a fatica in altri uomini, ma si aspetterà probabilmente che la partner (o il partner) abbia totalmente la responsabilità di quegli aspetti considerati femminili come il sostegno emotivo, l’accoglienza, l’incoraggiamento e la cura tollerando con difficoltà comportamenti di indipendenza o assertività.
Allo stesso tempo una donna che non abbia sviluppato la parte maschile si aspetterà dal compagno (o compagna) potenza e realizzazione, sopprimendo in sé stessa queste qualità.
Ovviamente queste polarizzazioni possono essere anche rovesciate: uomini con un eccesso di femminile e che schiacciano la propria forza attiva, e donne che non si concedono morbidezza e vulnerabilità.
Il punto è riconoscere e portare alla luce le parti di sé meno sviluppate per giungere ad un equilibrio delle energie maschili e femminili.
Non è un processo facile, ne sono quotidianamente testimone sia con me stessa che con le persone che vengono da me in terapia.
Ma ciascuno di noi può diventare completo.
La natura cerca l’equilibrio, l’omeostasi continuamente fluttuante, la dinamica flessibile del dare e dell’avere che si stabilizza nel tempo e in molti modi diversi.
Se lo facciamo per noi, questo ha un’influenza anche sugli altri.
È la propria parte in quella rivoluzione delle donne che è iniziata in realtà solo poco tempo fa.

 

“Solo l’amore è in grado di unire gli esseri umani in modo da completarli e soddisfarli, poiché solo esso li prende e li unisce attraverso la parte più profonda di sé stessi. E se questo è ciò che si può ottenere quotidianamente su piccola scala, perché non potrebbe verificarsi un giorno su scala mondiale?”
Pierre Teilhard De Chardin

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